Contatori a pavimento

I contatori installati a pavimento hanno il grande pregio di non occupare le pareti, ma hanno molti inconvenienti:

  • la lettura visiva richiede che il fontaniere debba chinarsi fino a terra, spesso per pulire il vetro e comunque per riconoscere i numeri
  • possono allagarsi con potenziali rischi per eventuali apparecchiature di telelettura
  • sono difficilmente accessibili all'utente per verificare le letture o per chiudere momentaneamente l'acqua
  • la presenza del chiusino in ghisa può disturbare la emissione delle onde radio di telelettura
  • sono difficilmente lucchettabili
  • una eventuale modifica del piano stradale richiede importanti opere di riposizionamento
  • non consentono la installazione di filtri, che per la ispezione andrebbero smontati verso il basso (mancherebbe lo spazio per inserire chiavi e per estrarre il filtro)
  • non consentono l'installazione di sfiati di alcun tipo (che potrebbero essere causa di riflusso da sifonaggio)
  • ogni apertura del pozzetto stradale diventa una ostruzione al transito che richiede apposite segnalazioni a protezione degli operatori e dei passanti
  • se posizionati nella sede stradale richiedono un pozzetto in calcestruzzo, perché la dicitura "C250" o "D400" apposta sul chiusino si riferisce alla sola resistenza di questo, non certamente del contenitore sottostante che, se in sottili materie plastiche o mattoni forati, potrebbe essere adatto solo per una zona pedonale

Contatori a parete

Gli allacci a parete hanno un unico inconveniente rispetto a quelli a pozzetto: può essere problematico il loro inserimento in pregevoli o precarie murature nei centri storici.

Questo soprattutto perché si è soliti pensare a un allaccio a parete di ampie dimensioni (anche 60x50 cm); se si entra nella logica di spazi tipici del pozzetto a pavimento e si opera nelle dimensioni di circa 38x38 cm, ci si rende conto che un armadio di tali dimensioni è praticamente inseribile ovunque, come peraltro accade senza tanti problemi con gli armadi dei contatori ENEL.

Una nicchia di soli 38x38 cm può ospitare tutti i componenti (compresa telelettura) per una utenza, e una di 53x53 cm può ospitare tutti i componenti (compresa telelettura) per 2 o 3 utenze.
Nonostante lo spazio apparentemente ridotto, la presenza di giunti bocchettonati consente comunque la agevole sostituzione dei componenti, tutti di produzione standard, sempre e ovunque reperibili.

Per avere la certezza di una efficiente contabilizzazione dei consumi sarebbe interesse economico dell'Ente Gestore (come raccomandato dai Costruttori) sostituire i contatori al massimo ogni 10 anni; tale operazione sarebbe evidentemente molto più semplice con i contatori installati a parete.


Pozzetti a pavimento

Data la difficoltà di intervento per riparazioni, in un pozzetto a pavimento sarebbe sempre auspicabile la presenza di almeno un raccordo bocchettonato telescopico che consenta la sostituzione di componenti con altri di diverso ingombro.

In nessun caso si dovrebbero installare gli sfiati nei pozzetti interrati: le perdite dello sfiato e le infiltrazioni dal piano stradale o dal terreno creerebbero un ristagno d'acqua fonte di sviluppo di germi patogeni; in caso di chiusura o carenza di alimentazione della rete, la parte di condotta a valle dell'abitato crea una depressione sulla parte alta con conseguente risucchio d'aria dalle apparecchiature di sfiato.
Le apparecchiature di sfiato sono progettate e installate per consentire la fuoriuscita dell'aria e impedire quella dell'acqua, ma non creano alcun ostacolo all'ingresso dell'aria (che anzi viene auspicato per evitare il collassamento della condotta in depressione).

È del tutto evidente che in tali casi di depressione gli sfiati installati nei pozzetti diventerebbero un possibile punto di inquinamento della condotta idrica.

Per evitare il pericolo riflusso (e potenziale inquinamento della rete) alcuni Enti Gestori prescrivono la installazione dei disconnettori, a norma UNI 2157 e UNI EN 12729, anche negli allacci per abitazione; tipico il riflusso che si crea, in caso di depressione della rete, dal flessibile della doccia immerso col rubinetto aperto nella vasca piena.


Armadi e sportelli a parete

Gli armadi completi in vetroresina (VTR) o i soli sportelli in vetroresina, sono universalmente adottati dai maggiori gestori di impianti (ENEL, TELECOM, illuminazioni pubbliche) per la loro collaudata robustezza, resistenza alla corrosione, affidabilità nel tempo, gradevole inserimento estetico in ogni contesto.

La recente proposizione sul mercato di sportelli in ABS, Poliuretano (PUR), Polipropilene, appare giustificata solo da obbiettivi di differenziazione commerciale, senza alcuna certezza o vantaggio di prestazioni rispetto alla collaudata vetroresina, i cui costi non sono superiori quelli delle plastiche sopracitate.


Valvole di sfiato

La perfetta tenuta all'acqua, sia con basse pressioni che in presenza di sovrapressioni da colpo d'ariete, può essere assicurata solo da sfiati con una chiusura azionata da leveraggi che amplificano la forza di chiusura su una apposita guarnizione che poggia su una apposita sede.

Gli sfiati a leveraggi oggi disponibili, nei modelli dimensionati per un utilizzo negli acquedotti, assicurano una erogazione d'aria di 80 litri/min con una pressione di 1,5 bar.

Gli sfiati "a sfera mobile" o "tipo Roma" o "miniCotrone", sebbene spesso impiegati perché economici e perché consentono una notevole fuoriuscita d'aria, notoriamente non impediscono la fuoriuscita dell'acqua alla fine della emissione dell'aria, come ampiamente dimostrato dalle macchie di umidità (o ruggine) che si formano alla base degli armadi a parete.
L'imperfetto posizionamento della sfera libera, la sua deformazione nel tempo, il deposito di strati di calcare, in presenza di basse pressioni condizionano la ermeticità della chiusura di tale sfiato.
La applicazione su alcuni modelli del tubicino di convogliamento delle perdite sembra accettare la normalità di tali perdite.


Valvole combinate

Le valvole combinate, sfera-ritegno ecc., non hanno mai incontrato il favore degli Enti Gestori perché a fronte di una modesta riduzione di ingombro (non sempre determinante) hanno lo svantaggio di non consentire la sostituzione di singoli componenti (es. la valvola di ritegno) con altri facilmente reperibili in commercio, ma soprattutto hanno il grave svantaggio di avere passaggi idraulici ridotti che in presenza di acque calcaree potrebbero ostruirsi rapidamente.

Non è paragonabile la sezione di passaggio e il profilo idraulico tortuoso di una minivalvola di ritegno in plastica inserita all'interno di queste valvole combinate, con la sezione di passaggio e il profilo idraulico avviato di una normale valvola di ritegno a "ogiva Venturi".

Nei fatti non offrono evidenti vantaggi, non sono diffuse sul mercato, il loro impiego appare talvolta giustificato solo dalla ricerca di una esclusiva commerciale nei capitolati.


Filtro

Un filtro non piombato, posto a monte del contatore, potrebbe diventare un punto di derivazione abusiva.
Se piombato, per ogni operazione di pulizia (frequente date le piccole dimensioni e la maglia fitta) occorrerebbe l'intervento del fontaniere comunale per constatare la integrità dei sigilli prima di rimuoverli, quindi un nuovo intervento per la riapposizione dei sigilli.

Un filtro sulla tubazione in ingresso all'abitazione è quantomai opportuno e necessario per evitare che giungano ai rubinetti e agli elettrodomestici (lavatrice, ecc.) graniglie e melma trasportate dall'acqua, ma deve essere ubicato a valle del contatore in un locale interno facilmente accessibile, avere una grande superficie per assicurare un ragionevole intervallo di tempo tra ogni pulizia e possibilmente un contenitore trasparente per permettere una immediata valutazione della necessità di manutenzione.


Tubo multistrato

Il tubo multistrato da interro è certamente la condotta ideale per il collegamento tra la presa e il contatore.
Disponibile per pressioni fino a 25 bar, ha tutte le caratteristiche di un normale tubo in polietilene che ne costituisce lo strato interno e, oltre al foglio intermedio di alluminio con funzione di barriera alle sostanze inquinanti presenti nel terreno, ha un ulteriore strato esterno in polietilene che contribuisce alla tenuta alla pressione ma soprattutto offre una grande resistenza allo schiacciamento e alle abrasioni.

Il tubo multistrato per impianti sanitari (riconoscibile dal rigido tubo interno in alluminio) è sconsigliato per l'interro.
Il tubo metallico, che ne costituisce la struttura, è protetto da un sottile rivestimento plastico esterno; in caso di deterioramento o abrasione di tale manto, il corpo in alluminio viene a contatto con l'ambiente circostante e può essere facilmente corroso da terreni aggressivi e da correnti vaganti, in particolare se posato vicino a linee elettriche o telefoniche e tramviarie.
Dato l'alto rischio creato dalla debolezza dell'alluminio, non appare evidente alcuna ragione tecnica per preferirlo ad altri materiali nelle condotte interrate.


Allacci alla rete idrica - In costruzione